L’inaugurazione della mostra itinerante nelle nostre diocesi marchigiane mi porta a fare tre considerazioni che vanno nella direzione della letizia e della consolazione del cuore.
La prima permette di fare tappa in ogni angolo della regione per trovare germogli di speranza nelle opere d’arte dei secoli passati che sono ancora capaci di commuovere il visitatore attento di oggi. Di fronte alle scene strazianti alle quali siamo costretti ad assistere dalle informazioni che riceviamo nasce spontanea la preghiera alla Madre del Cielo perché accolga la vita dei piccoli innocenti che vengono uccisi senza pietà da prepotenti uomini della politica, dai ministri della guerra e della finanza internazionale.
La seconda porta a pensare che la terra della Vergine Lauretana possa tornare a essere feconda di vita e di bene. Lo spopolamento dei centri dell’interno, il calo demografico, l’abbandono delle nostre belle colline da parte dei giovani che si spostano all’estero o nelle grandi città del nord Italia fanno di questo anno giubilare un tempo di conversione alle nuove generazioni, di consegna dei saperi e delle tradizioni da parte delle classi più vecchie, troppo attaccate al volante o al timone. La nascita è responsabilità del nutrimento dei bambini in sapienza età e grazia, lavoro educativo, condivisione di sogni e progetti.
La terza idea trae da Maria il carattere della maternità da attribuire alle nostre chiese. Nel tempo della diminuzione e della decrescita delle presenze, la piccolezza del fanciullo divino e la dedizione della Madre sono un invito a non abbandonare l’arte della cura e della premura, la custodia della vita e la passione per lo stare insieme in una famiglia abitata dal Verbo. Piccole o grandi che siano, le nostre comunità possono imparare a essere luogo di accoglienza e ospitalità anche per chi una casa non l’ha mai avuta o non ha conosciuto l’amore materno o paterno.
Per queste ragioni sarà per me una gioia fare il giro delle diocesi marchigiane, visitare i musei per captare quello che le opere d’arte diranno silenziosamente al visitatore per il tempo della meditazione e della contemplazione che potrà dedicare.
+ Mons. Andrea Andreozzi
Vescovo della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola